Itinerari della Valle dell'Esaro
San Marco Argentano

La cittadina di San Marco Argentano è l'erede dell'antica Argentanum. sita nella valle del fiume Fullone, a cavallo della via istmica che collega il mare Ionio al mar Tirreno. Ha una lunga storia di insediamenti. Le fonti attestano una continuità abitativa dal VIII secolo a.C. al medio evo. Il sito attuale prende il nome di San Marco a ricordo dell'evagelizzazione dell'apostolo Marco (al quale si deve, secondo la tradizione popolare, la conversione dei martiri argentanesi). Nel 1048 Roberto il Guiscardo assedia e conquista San Marco , trasformandola in città fortificata. Da qui dirige le operazioni militari per la conquista delle Calabrie. I Normanni conferiscono un decisivo impulso alla vita politico-economica della città e al suo assetto architettonico. Essi, valorizzando il primitivo insediamento di età longobarda e la naturale posizione strategica del luogo, erigono le mura della città , la poderosa torre e la casa-fortezza di Roberto il Guiscardo. Pregevoli elementi architettonici in pietra da taglio, mensoloni di sostegno, modanature, portali, adornano gli edifici. La torre, detta di Dragone il Normanno, alle sue spalle, ne esalta l'imponente eleganza in un connubio che vuole essere il simbolo di questa città, incastonata in un meraviglioso paesaggio di boschi di querce e di amene colline ove si susseguono, ordinati, vigneti ed uliveti, digradanti verso il fiume che scorre nella vallata. L’Abbazia di S. Maria della Matina sorge a quattro chilometri da San Marco, in prossimità del fiume Fullone Secondo le Carte Latine del Pratesi, la dedicazione della chiesa abbaziale a Santa Maria avviene il 31 marzo 1065: officiano la cerimonia Arnolfo arcivescovo di Cosenza, Oddone vescovo di Rapolla e Lorenzo vescovo di Malvito. Presenti il duca Roberto e la moglie Sikelgaita (ai quali si deve l'innalzamento e la fondazione dei cenobio) nonché Adelardo, abate benedettino dei monastero.Il Guiscardo acquisisce il territorio abbaziale, già posto sotto la giurisdizione dei vescovo di Malvito, che viene compensato con trenta schifani d'oro. Il monastero matinense, dotato di vaste proprietà e privilegi, favorito dai papi e dai signori normanni, accresce rapidamente il suo prestigio e la sua potenza. Nel 1092 ospita Papa Urbano II, fautore della prima crociata. (L’invito a liberare il Santo Sepolcro viene accolto anche da Marco, Boemondo, primo figlio del Guiscardo, che porta al suo seguito molti sammarchesi).
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